OSSIDAZIONE ANODICA
La resistenza dei manufatti in alluminio o sua lega è dovuta allo strato di ossido compatto che si forma rapidamente in ambiente ossidante e che, ricoprendo il metallo superficialmente, lo protegge da ulteriore attacco.
Poiché l'ossido formatosi è assai stabile e non tende ad attaccare il metallo sottostante, esso ha effetto passivante.
Per l'azione sia di alcali che di acidi che sono in grado di sciogliere la pellicola di ossido, l'alluminio diviene facilmente attaccabile. Ciò non avviene, però, a causa di effetti passivanti, per azione dell'acido nitrico concentrato.
Si ricorda che l'alluminio, pressoché inalterabile all'aria ed all'acqua, resiste anche all'azione dell'anidride solforosa, di parecchi acidi organici (come ad es. acetico, citrico, fenico, oleico) e resiste abbastanza bene anche all'azione di ammoniaca, idrocarburi, resine e cellulosa.
Nel caso delle leghe, le caratteristiche di resistenza a corrosione sono in stretta relazione con il legante introdotto nell'alluminio. In particolare la presenza di Cu e Fe influenza negativamente l'inerzia chimica dell'alluminio.
Il potere protettivo del rivestimento di ossido può essere notevolmente aumentato, appunto, con il processo elettrolitico di ossidazione anodica detto più semplicemente anodizzazione che consiste, in pratica, in un artificiale aumento dello spessore dello strato di ossido protettivo.
Gli oggetti da trattare devono essere completi di ogni lavorazione meccanica e di ogni rifinitura prima del trattamento e la superficie deve essere preventivamente pulita ed adeguatamente preparata.
Successivamente si collegano i pezzi all'anodo di una cella elettrolitica, contenente una soluzione diluita di acido solforico o cromico od ossalico. In tal modo la superficie del pezzo di alluminio viene attaccata ottenendo così un consistente aumento dello spessore dello strato di ossido con conseguente aumento della sua efficacia. Con questo tipo di trattamento è, pertanto, possibile ottenere proprietà isolanti, o di resistenza all'usura. Inoltre, poiché si opera in soluzione acquosa, all'anodo si forma in realtà idrato di alluminio che è un materiale molto poroso ed ha, quindi, un'elevata capacità di assorbimento; questa può essere sfruttata per impregnare la superficie del pezzo con materie coloranti.
Dopo disidratazione, fissaggio, lavaggio ed essiccamento si ha uno strato di ossido molto resistente a corrosione e pure molto aderente grazie alla superficie molto "irregolare" dell'ossido superficiale.
Tale processo di "verniciatura" tramite anodizzazione permette di ottenere ricoprimenti di buona qualità ed estetica.